LE RISERVE NATURALI DELL'A.S.F.D.
Dal Notiziario forestale n° 273 - 275 Aprile , Giugno 1977
1) DEFINIZIONI E NOTIZIE GENERALI
Le riserve naturali, secondo la definizione dell'Unione Internazionale per la conservazione della natura (U.I.C.N.), sono aree di interesse naturalistico alle quali il pubblico non può accedere.
Per quel che riguarda le riserve dell'Azienda 'di Stato per le Foreste Demaniali (A.S.F.D.) è più appropriato parlare, invece che di aree chiuse al pubblico, di aree sottratte ad ogni intervento di alterazione e distruzione, allo scopo di assicurarne la conservazione nell'interesse generale. Nelle riserve dell'A.S.F.D., infatti, l'accesso è consentito anche per fini educativi, oltre che per motivi di studio e vigilanza.
L'A.S.F.D. ha dato inizio nel 1959 alla creazione di riserve naturali sui territori da essa gestiti.
In un primo tempo tali riserve vennero istituite con provvedimento interno, in quanto l'istituto della riserva naturale non era previsto nel nostro ordinamento giuridico.
Successivamente, con legge 1-6-1971, n. 442, recante " norme per la tutela delle riserve naturali del Carso Triestino ", l'istituto della riserva naturale venne introdotto nella nostra legislazione e fu cosi possibile sanzionare con decreti ministeriali l'istituzione delle riserve dell'A.S.F.D.
Oggi sui territori gestiti dall'A.S.F.D. vi sono 53 riserve naturali per complessivi ha. 34.000 circa.
Per la gestione di tali riserve è stato istituito un apposito capitolo di bilancio al quale, negli ultimi anni, è stata destinata una somma annua di L. 200 milioni.
Ma se si considera che 1'A.S.F.D. provvede anche alle spese di sorveglianza, di amministrazione e generali e che finanzia interventi nelle riserve anche su capitoli diversi da quello sopra indicato, l'impegno di spesa complessivo annuo per le riserve naturali può essere valutato in più di mezzo miliardo, somma pienamente giustificata, ove si pensi che le riserve, di estensione complessiva superiore a quella del parco nazionale d'Abruzzo, si ripartiscono in una cinquantina di unità separate.
Nei decreti ministeriali istitutivi delle riserve naturali è stata seguita una classificazione molto dettagliata, la quale comprende anche i parchi nazionali e che, a parte questi ultimi, prevede undici tipi diversi di riserva naturali.
Sette di questi tipi figurano tra le riserve naturali dell'A.S.F.D.
Tali riserve possono comunque essere ricondotte ai seguenti tre tipi fondamentali:
1) - Riserve naturali integrali, istituite allo scopo di proteggere in modo assoluto ambienti in condizioni naturali o poco modificati dall'uomo.
In esse è escluso ogni intervento antropico, ad eccezione delle attività di studio e di vigilanza e delle visite per scopi educativi.
2) - Riserve naturali orientate (o guidate).
Sono istituite allo scopo di sorvegliare e orientare l'evoluzione della natura.
Gli unici interventi ammessi sono quelli di " orientamento " dell'evoluzione.
Sono ammesse visite per scopi di gestione, di studio, di vigilanza e per scopi educativi.
3) - Riserve naturali particolari.
Comprendono le riserve naturali parziali e speciali, a loro volta suddivise in diversi tipi.
Fra di esse figurano, tra l'altro, le riserve geologiche, botaniche, zoologiche, antropologiche, i monumenti naturali, ecc.
Per quel che riguarda gli interventi ammessi e le visite, valgono criteri analoghi a quelli previsti per le riserve orientate.
Le riserve naturali dell'A.S.F.D. costituiscono un patrimonio di straordinario valore naturalistico e rappresentano il primo nucleo del "demanio naturalistico" dello Stato.
Fra le riserve naturali dell'A.S.F.D. figurano aree di notevole estensione oltre che di grande interesse scientifico, come l'isola di Montecristo (ha. 1039); le riserve di Vai Grande e Monte Mottac (ha. 3.383 complessivi); le riserve della Valle dell' Orfento, sulla Majella, (ha. 2057 complessivi); la riserva di Somadida (ha. 1.672); la riserva Lastoni-Selva Pezzi, sul Monte Baldo (ha. 978); le riserve Colle di Liceo e Feudo Intramonti, nel Parco Nazionale d'Abruzzo (ha. 1003 complessivi), ecc.
Altre riserve, anche se di minore estensione, come quelle di Sasso Fratino, del Bosco Fontana (Mantova) della Bassa dei Frassini (Mesola), del Bosco Nordio (Laguna di Venezia), delle Piscine delle Bagnature e della Gattuccia (Sabaudia), non sono meno importanti dal punto di vista scientifico, racchiudendo le ultime testimonianze residue di formazioni forestali che in altri tempi ricoprivano vaste estensioni del nostro Paese.
Tra le riserve dell'A.S.F.D. non mancano neppure le zone umide, rappresentate da 5 riserve per complessivi ha. 330.
Il nucleo più cospicuo e più organico delle riserve naturali del1'A.S.F.D. è tuttavia rappresentato dalle riserve naturali delle Dolomiti bellunesi.
Si tratta di 10 riserve per complessivi 17 mila ettari, che costituiscono il cuore del futuro Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
La creazione di questo complesso demaniale è stata voluta e programmata dall'A.S.F.D. attraverso acquisizioni territoriali avvenute nell'arco di una decina d'anni e finalizzate all'istituzione di un parco nazionale.
La realizzazione di questo programma mostra quanto possa essere efficiente nel settore della protezione ambientale un'amministrazione pubblica come l'A.S.F.D. quando essa sia dotata di mezzi sufficienti e di una struttura più agile di quella ministeriale e, soprattutto, quando in essa operi personale tecnicamente all'altezza delle sue funzioni, oltre che appassionato del suo lavoro.
Prima di esaminare i problemi della gestione, occorre aggiungere che, per alcune delle riserve deIl'A.S.F.D., non si è provveduto nel decreto di istituzione a specificare il tipo di riserva naturale, in quanto ciò era prematuro, dovendosi effettuare a tale fine degli studi preliminari.
Si è cosi evitato di ripetere gli errori commessi in precedenza nella classificazione di alcune riserve. Tali errori potranno essere rettificati dopo un ulteriore approfondimento delle conoscenze.
2) GESTIONE
Si presentano innanzitutto i problemi relativi alla:
A) Vigilanza
In molti casi essa si presenta assai difficile per motivi topografici (estensione e andamento dei confini), specialmente quando si tratti di zone lontane dalle sedi di servizio del personale. Difficoltà di diverso ordine possono sorgere per le zone vicine ai centri abitati o alle vie di comunicazione.
Per quel che riguarda l'accesso alle riserve, è evidente che la semplice apposizione di cartelli non può bastare ad impedire che la gente entri, mentre anche la recinzione pone dei problemi.
Un'altra difficoltà per una valida protezione delle riserve naturali proviene dalla mancanza di una legge quadro in materia, che preveda appropriate sanzioni amministrative.
Qualora le Regioni non provvedano con loro leggi, in mancanza di sanzioni specifiche, nei casi in cui non vi sia violazione di altre disposizioni, occorrerebbe procedere in base all'articolo 637 del Codice penale (ingresso abusivo nel fondo altrui), o allo articolo 635 (danneggiamento), ma la gravità delle sanzioni previste rende tali articoli inapplicabili nella maggior parte dei casi.
Occorre perciò puntare soprattutto sull'attività di propaganda ed educativa nei riguardi del pubblico.
Una buona gestione è assicurata innanzitutto dal buon personale e qui mi limiterò a dire qualcosa su quelli di cui fino ad oggi si è parlato meno, e cioè le guardie ed i sottufficiali del C.F.S. E' gente che opera sul terreno e che perciò adempie alle funzioni più delicate e più difficili. Chiacchierare come sto facendo io adesso, o dare ordini da dietro un tavolo è già molto più facile.
Chi vi parla conosce la situazione ed il personale di tutti i parchi nazionali italiani.
Ebbene, posso affermare senza tema di smentita che i guardia - parco più appassionati, più istruiti e più capaci, sia per il servizio di vigilanza che per i rapporti con il pubblico, sono oggi quelli del C.F.S. che prestano servizio nei parchi nazionali dello Stelvio e del Circeo, oltre che in gran parte delle riserve naturali.
Ciò è facilmente spiegabile ove si pensi che il C.F.S. assume in media ogni anno circa 300 nuove guardie le quali superano un concorso e quindi frequentano un corso.
E' evidente che su un numero cosi elevato esiste sempre la possibilità di selezionare un sufficiente numero di persone adatte al particolare servizio dei parchi nazionali e delle riserve naturali.
Deve trattarsi in primo luogo di appassionati al particolare tipo di lavoro, preferibilmente di estrazione montanara, e questi elementi, se opportunamente incoraggiati, possono raggiungere livelli eccezionali di capacità e di competenza.
Accanto ai campioni di fondo, alle guide alpine, ai fotografi e operatori cinematografici specializzati in riprese naturalistiche, disponiamo cosi tra le guardie ed i sottufficiali, di ottimi esperti di floristica, di fauna selvatica, di ornitologia, ecc.
B) Pianificazione, studi e ricerche
Le riserve naturali rispondono a finalità di studio, oltre che di pura e semplice conservazione.
Occorre perciò innanzitutto predisporre il materiale di base per la ricerca, e cioè un'adeguata cartografia.
Questo materiale, per la maggior parte delle riserve dell'A.S.F.D., verrà predisposto nel corso dei prossimi due anni, grazie ad un imponente programma in corso di finanziamento. Tale programma prevede, per la maggior parte delle riserve, gli studi di base interdisciplinari, miranti a fare un primo inventano di partenza da confrontare con i successivi inventari, per accertare quale è l'evoluzione naturale dei territori protetti.
Per le riserve naturali orientate e per le altre riserve diverse da quelle integrali occorrerà altresi predisporre dei piani di gestione, che stabiliscano gli interventi di "orientamento " da effettuare nei singoli casi (ad es.: l'eliminazione di specie estranee, gli interventi necessari a migliorare l'habitat per specie di particolare interesse e per riequilibrare l'eco - sistema, dove ciò sia possibile, ecc.).
Per le riserve naturali integrali, invece, mentre i problemi di gestione si limitano alla sorveglianza, assumono la massima importanza le attività di ricerca scientifica.
E' evidente che, per impostare e condurre tali attività, occorre all'A.S.F.D. la partecipazione o la collaborazione di Istituti scientifici e di ricercatori specializzati in molti campi diversi. Si prevede che questa collaborazione, oggi agli inizi, venga molto estesa nei prossimi anni.
C) Attrezzature di protezione e di servizio
Rientrano fra tali attrezzature la segnaletica, le recinzioni, la viabilità, ecc.
Per quel che riguarda la segnaletica, molto è stato fatto, ma occorrerà rivedere quanto già operato, tenendo conto di due esigenze che influiscono in senso opposto.
Da un lato, infatti, si tende all'unificazione dei cartelli indicatori e, dall'altra, al loro adattamento a situazioni diverse per ambiente, usi, tradizioni, materiali da usare, ecc.
Il problema delle recinzioni è assai complesso per motivi scientifici, psicologici ed estetici.
In certi casi una recinzione difficilmente superabile da parte del pubblico (come ad es. una rete metallica di sufficiente altezza) si renderebbe necessaria, ma essa non è possibile dove siano presenti mammiferi selvatici di grossa taglia.
Dove non siano presenti tali animali, è possibile consentire i movimenti dei mammiferi di piccola taglia lasciando leggermente sollevata da terra la recinzione a rete che impedisce il passaggio di persone e animali domestici.
Si tratta comunque di problemi da risolvere caso per caso.
Per quel che riguarda l'accesso del pubblico, a mio avviso, esso deve essere possibile in tutte le riserve, perché la gente non è in grado di capire il motivo per cui l'accesso dovrebbe essere consentito solo ai ricercatori (e forse in certi casi nemmeno questi ultimi sono del tutto convinti che il loro non sia un ingiustificato privilegio). Ne consegue che, con un pubblico poco disciplinato come il nostro, non è possibile imporre e far rispettare una norma rigorosa, specie se poco chiara o non sufficientemente motivata.
L'accesso deve tuttavia essere regolamentato e debbono perciò essere imposte alcune limitazioni di cui si deve spiegare chiaramente la necessità al pubblico attraverso tabelloni, volantini, ecc.
Le limitazioni da imporre, specialmente per quel che riguarda le aree a protezione più rigorosa (riserve naturali integrali) devono essere innanzitutto spaziali, cioè l'accesso deve essere consentito soltanto in alcune zone (ad esempio con l'esclusione di quelle dove la fauna deve essere lasciata assolutamente tranquilla) e lungo itinerari prefissati.
In sostanza si può giungere così ad una sorta di zonizzazione anche nelle piccole riserve naturali.
Possono inoltre essere previste limitazioni temporali (giorni della settimana o mesi dell'anno di apertura della riserva alle visite).
Altre limitazioni debbono riguardare il tipo delle visite, non certo scampagnate e picnic, ma visite naturalistiche guidate da personale in grado di fornire una valida interpretazione di ciò che si vede.
Adottando questi criteri, tutte le nostre riserve potranno adempiere validamente a quelle funzioni educative che nel momento attuale non mi sembrano meno importanti di quelle di studio e di sperimentazione scientifica.
Un'attrezzatura di grande importanza anche per le riserve naturali, oltre che per i parchi nazionali, è il centro visitatori. Esso deve servire tra l'altro a spiegare al pubblico i motivi della protezione e l'interesse dell'area protetta.
Centri visitatori sono in corso di allestimento in prossimità delle principali riserve naturali, come quelle della Foresta Umbra, delle Foreste Casentinesi, della Valle dell'Orfento, ecc.
Un'altra attrezzatura di servizio, che in certi casi preesiste, e in altri occorre realizzare appositamente, è rappresentata dai posti di vigilanza, che possono essere dei semplici ricoveri occasionali, ma che in altri casi, per assicurare una migliore vigilanza, debbono essere delle vere e proprie abitazioni, temporanee o permanenti.
Una particolare cura deve essere riservata alla progettazione ed alla realizzazione di sentieri, itinerari naturalistici, ecc.
E' evidente che la viabilità deve essere adattata e proporzionata alle dimensioni, oltre che alla categoria della riserva.
D) Pubblicazioni, divulgazione scientifica, informazione
Il lavoro è agli inizi. Sono state fatte alcune pubblicazioni generali a carattere divulgativo, oltre ad alcune pubblicazioni scientifiche.
Sono stati anche realizzati depliants illustrativi, cartoline, adesivi, calendari - poster, ecc.
Delle riserve dell'A.S.F.D. hanno parlato anche giornali, settimanali, radio e televisione.
3) ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E RISERVE NATURALI
Alcune organizzazioni internazionali si stanno occupando attivamente delle riserve naturali e stanno attuando dei programmi volti alla creazione di reti di riserve destinate a proteggere gli ecosistemi e i biotopi più rappresentantivi, sia su scala mondiale, che su scala europea.
Su scala mondiale opera l'UNESCO, con il progetto MAB (uomo e biosfera).
Nel quadro di questo programma l'UNESCO promuove l'istituzione delle " riserve della biosfera ", allo scopo di tutelare rappresentanti significativi di ecosistemi in tutti i biomi terrestri.
Queste riserve, come si legge nel primo rapporto della Commissione Italiana per il programma UNESCO "Uomo e biosfera ", costituiscono un nuovo tipo di istituzione conservazionale.
Non sono riserve integrali e neppure parchi nazionali.
Sono luoghi di riferimento entro un sistema mondiale affidato a permanente sorveglianza scientifica.
Esse possono includere anche aree profondamente degradate, perché vi si deve attuare una sperimentazione permanente in senso costruttivo o ricostruttivo; possono includere anche abitati e aspetti umanizzati vari, perché devono costituire occasione a ricerche integrate che salgano fino al livello socio - economico.
Per quel che riguarda l'A.S.F.D., sono state destinate a riserve della biosfera le riserve naturali di Montedimezzo e Collemeluccjo e la foresta di Sabaudia, ivi comprese le quattro riserve naturali già esistenti all'interno di tale foresta.
Su scala europea l'iniziativa che si trova attualmente allo stadio più avanzato è quella del Consiglio d'Europa volta alla istituzione di una rete europea di " riserve biogenetiche ".
Queste riserve debbono servire in particolare a proteggere l'habitat di specie vegetali e animali minacciate e perciò a difendere il patrimonio genetico europeo.
La loro normativa verrà studiata da un gruppo ad hoc.
Inoltre il Consiglio d'Europa, come da mandato ricevuto dalla seconda conferenza ministeriale europea sull'ambiente tenutosi a Bruxelles dal 23 al 24 marzo 1976, con una prima riunione tenutasi a Strasburgo dal 14 al 16 novembre 1976, ha dato inizio ai lavori per la predisposizione di una "convenzione europea per la conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali".
Questa iniziativa è di estremo interesse, perché una convenzione è qualcosa di ben diverso dalle tante raccomandazioni restate fino ad oggi lettera morta.
L'A.S.F.D intende inserire le sue riserve entro la rete delle riserve biogenetiche del Consiglio d'Europa e sta predisponendo i relativi strumenti.
Siamo perciò pronti a sottoporre le nostre riserve alla normativa ed ai controlli che verranno stabiliti dal Consiglio d'Europa.
Altre Convenzioni volte alla protezione degli ambienti naturali alle quali l'Italia ha aderito o si appresta ad aderire sono quella di Ramsar, per la protezione degli uccelli acquatici e delle zone umide, e quella di Parigi, dell'UNESCO, per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale.
E' quindi in atto in tutto il mondo uno sforzo per il coordinamento delle attività di protezione del patrimonio naturale, ivi compresi gli habitat naturali.
E' fin troppo evidente che ciò implica necessariamente e preventivamente un coordinamento delle attività indirizzate a tale scopo, anche sul piano nazionale.
E' perciò necessario giungere a tale coordinamento, sia sul piano scientifico, che sul piano di pratica attuazione.
Occorre perciò un'organizzazione a carattere nazionale che si occupi della materia e che disponga dei mezzi appropriati.
Ciò è richiesto, tra l'altro, dalla Convenzione di Parigi dell'UNESCO, per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, oltre che dalla Raccomandazione di Parigi, dell'UNESCO, sulla protezione, nell'ambito nazionale, del patrimonio culturale e naturale.
Per quel che riguarda gli interventi sul piano pratico applicativo, l'A.S.F.D ed il C.F.S. sono pronti e sono preparati ad assumere delle responsabilità nel settore della protezione degli ambienti naturali, accanto alle precise responsabilità che scaturiscono da altre Convenzioni, come quella di Washington per il controllo internazionale del commercio di specie vegetali e animali in pericolo di estinzione.
4) OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
Molto lavoro è stato fatto, per quel che riguarda l'organizzazione delle riserve naturali, ma il più resta ancora da fare. La gestione presenta ancora molti difetti, ma si spera di poterli eliminare gradualmente, via via che il nuovo istituto entrerà nella coscienza del pubblico.
Anche nel settore delle riserve naturali, come in quello dei parchi nazionali, l'A.S.F.D. chiama le popolazioni interessate ad una maggiore partecipazione.
E in effetti la creazione delle riserve naturali, come quella dei parchi nazionali, è in primo luogo una scelta di assetto del territorio e non può essere totalmente sottratta alla sua prima e più importante sede decisionale, e cioè alla Comunità che vive sul territorio interessato, oltre che alle altre Amministrazioni locali coinvolte.
D'altra parte la Corte Costituzionale si è pronunciata di recente, con sentenza n. 175/1976 relativa al P.R.G.. di Sabaudia, in materia di poteri urbanistici e parchi nazionali ed è evidente che quanto affermato dalla Corte Costituzionale in materia di parchi nazionali deve valere, a maggior ragione, anche per le riserve naturali, le quali, anche se di superficie inferiore ai parchi nazionali, hanno una normativa più rigorosa nel senso della conservazione.
Si afferma nella sentenza che l'esercizio dei poteri urbanistici trasferiti alle Regioni " incontra un limite nei diversi poteri riservati allo Stato per la tutela degli interessi pubblici, cui i parchi nazionali sono istituzionalmente preordinati: competenza regionale e competenza statale devono pertanto coordinarsi tra loro, di guisa che possa realizzarsi un giusto contemperamento delle finalità rispettive ".
Nella sentenza si afferma altresi che l'approvazione del piano regolatore deve essere condizionata, con riferimento alle parti di esso incidenti sul Parco, ad intervenute intese con il Comune e, per quanto di sua competenza, con la Regione.
Si parla quindi di contemperamento e di intese: ciò significa che, come il Comune e la Regione non possono prendere decisioni in materia urbanistica, senza aver prima consultato lo Stato, dei cui interessi sono portatori, nei diversi casi, gli Enti parco o l'A.S.F.D., neppure gli Enti e l'Azienda possono prendere unilateralmente iniziative che incidano sui poteri urbanistici.
Anche alla luce di queste considerazioni, l'A.S.F.D. è sempre più disposta, nei suoi programmi di intervento, ad aprire un dialogo con la popolazione e a tenere conto delle esigenze e delle aspirazioni di chi abita e lavora sul posto.
Una volta si diceva o si pensava: dove la proprietà è dell'Azienda possiamo fare tutto quello che vogliamo, comprese le riserve naturali.
Oggi si è compreso che il consenso della popolazione locale è tanto più necessario quanto più rigorosi sono i vincoli che si vogliono imporre su un territorio e che, perché un vincolo funzioni, occorre che esso entri nella coscienza dei cittadini prima ancora che nelle leggi e nelle disposizioni amministrative.
D'altra parte questa esigenza è stata ormai acquisita anche dalle organizzazioni internazionali che si interessano della tutela dell'ambiente.
Nei " Principi generali " della raccomandazione dell'UNESCO riguardante la protezione a livello nazionale del patrimonio culturale e naturale " (Parigi, 16-11-1972) si legge infatti:
"Le popolazioni locali dovrebbero essere associate direttamente alle misure di protezione e di conservazione da prendere e si dovrebbe fare appello ad esse al fine di ottenere dei suggerimenti e un aiuto, specialmente per quel che riguarda il rispetto e la sorveglianza del patrimonio culturale e naturale".
Lucio BORTOLOTTI
|